venerdì 15 aprile 2011

LA STORIA IN “PILLOLE”


Quando Mau si è sposato con Babi vivevano a Piombino. Piombino è una cittadina meravigliosa, baciata dalle Metropoli e necropoli etrusche di Baratti-Polulonia  e strangolata dalle sue acciaierie…
Credo sia colpa dei nostri libri di storia … per lo meno quelli dei nostri anni sessanta, in cui si diceva “L’Italia è un paese ricco di storia di cultura di  …. ma povero di materie prime ” che si ricorda Piombino solo per le sue acciaierie! Poi con questo nome direttamente legato ad un minerale …”Piombino” 

Come tutti i figli della sua città anche Mau lavorava alle acciaierie, così come suo padre lavorava alle acciaierie, suo nonno … non lo so … a me piace pensare che facesse il pescatore … 

L’Acciaieria a Piombino era come la FIAT per Torino, “accoglieva tutti e dava sicurezza”, ultimamente le cose sono molto cambiate, ora comandano i russi, ma quando ha deciso di andarmene  le cose ancora tiravano!

Sono partiti da un rudere in campagna, con un uliveto ancora giovane e spostando delicatamente un po’ di piante Hanno costruito in mezzo la loro casa (bisognava spostare meno ulivi possibile). La casa ora è come lambita da mille mani protese! La costruzione della casa è stata un po' come la raccolta delle olive, tutto il parentado ha partecipato, tutti ci hanno messo le mani. Il cognato l'ha progettata, i  babbi ci hanno messo dentro i lavori che hanno imparato nella loro gioventù, le mamme cucinano, oh come e quanto cucinano! Babi rincorre “bibetto” fra lamiere taglienti e spuntoni di ferro. E Mau pensa …, pensa al suo prossimo raccolto di olive, quello che farà per se, per gli amici, per tutti ‘sti parenti lavoratori, che ogni anno tornano ad aiutarlo nella raccolta.

Ma dove sono gli ulivi? Un po’ più in su.
Di che? Di Piombino ovviamente!
Sono a San Vincenzo, in Strada San Bartolo, su una collina da dove possono scorgere il mare in lontananza, aggrappati ad una terra rosso scuro.  Il ferro, ancora il ferro, lo stesso ferro che ha fatto di Piombino un centro minerario in epoca Etrusca e poi Romana, lo stesso ferro delle Acciaierie, della CECA, la “nonna” dell’Unione Europea. Ma qui tutto è più dolce, più armonioso.

Quanto olio farà il prossimo anno?  Non si sa, le olive quando non sono trattate con massicce dosi di antiparassitari, sono “bizzarre”, possono lasciarsi cadere tutte all’ultimo momento (ed è un sacrilegio raccoglierle) oppure possono essere “tirchie”, “taccagne” tenere tutto i loro tesoro dentro di sé e dare delle rese bassissime. Di sicuro terrà per se quello che gli serve, e  ne serve di più perché oltre a “Bibetto” che si sta facendo grande è arrivata anche la sorellina Ilaria, una vera "peste", oltre ai parenti raccoglitori, oltre agli amici chiacchieroni del nord che coltivano mele, lamponi e mirtilli ma sognano olive e limoni e che tutti gli anni lo aiutano nella raccolta, E poi ci sono anche i loro amici GASteropodi Lepontini, speriamo si riesca ad accontentare tutti.

Ma com’è quest’olio? L’olio è estratto dalla raccolta manuale su piante di cinque cultivar diverse, effettuata al precoce stadio di maturazione per ottenere ottime qualità organolettiche, la spremitura avviene “a freddo” poche ore dopo la raccolta, al frantoio, su appuntamento. Si prenota un’ora o due la macchina, si spreme e si porta via subito il prodotto.  Anche a seguito di questa modalità di lavorazione l’acidità è bassissima  rende quest'olio particolarmente adatto per condire a "crudo".

Nessun commento:

Posta un commento